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martedì, febbraio 15, 2011

Racconto: Caldara di Manziana

Caldara di Manziana, poco prima dell'anno mille.
Quello che si vede non è quello che sembra.
Quella faggeta avvolta dalle nebbie perenni cela un mistero....

Per una giusta causa il ricavato infatti andrà a Aisea

lunedì, febbraio 14, 2011

Racconto: La Forgiatura


Come si costriusce una spada?
Come si forgia una lama?
Tra scintille e gocce di sudore il fabbro lavora, lavora per creare uno strumento di morte. Uno strumento, a volte, maledetto....

sabato, febbraio 12, 2011

Racconto: Mummiyyah


Roma, centro commerciale in costruzione vicino all’Eur.
Le mummie sciamano nel cantiere abbattendo qualsiasi resistenza.

Ferrara edizioni

martedì, febbraio 08, 2011

Racconto: Il Circolo di Piazza Tuscolo


Un circolo romano di amanti di Lovecraft conduce strani studi.
Uno di loro un chirurgo plastico acconsente all’ultimo desiderio di una malata terminale.
Cthulhu non è mai stato così vicino…

Alacran edizioni a cura di Gianfranco De Turris

venerdì, febbraio 04, 2011

Racconto: Cronaca di Fine Millennio


Roma 999 A.D.
Un gruppo di insoliti frati compie delle ricerche in un monastero vicino Roma. Ricerche che li condurranno nel bel mezzo di uno scontro tra vampiri e lupi mannari.

Roma anno 999 A.D.
"Buonasera Cosma come sai, dobbiamo recarci alla basilica di San Paolo per effettuare la ricerca bibliografica che padre Teophrastus ci ha incaricato di compiere."
"Sono pronto, fratello Alcuino, ti stavo aspettando."
Una luna debole gettava i suoi raggi su Roma. Presero due destrieri e si diressero verso San Paolo.
Oltrepassarono la Piramide Cestia e si diressero a sud verso la basilica.
"Benvenuti fratelli, sua eccellenza Teophrastus ci aveva avvertiti del vostro arrivo, seguitemi e vi farò vedere dove si trova la biblioteca" li accolse padre Paolo.
Scesero una serie di scale ed incontrarono qualche fratello rubicondo che li salutò allegramente.
"Ecco questa è la biblioteca" disse padre Paolo entrando in una vasta sala con scrittoi su cui lavoravano alcuni frati. Subito Cosma si rese conto che erano quasi tutti umani.
"E questa, che si cela dietro questa porta è la sezione che a voi interessa" continuò padre Paolo aprendo la pesante porta di legno.
"Uhm…" mormorò Alcuino rimirando le pareti colme di libri.
"Padre Paolo" cominciò Cosma "quelli che ho visto chini sui libri non sono 'fratelli', come mai permettete agli umani di frequentare questi luoghi?"
"Capisco la tua perplessità" rispose padre Paolo mentre richiudeva la porta "ma vedi, gli scriba sono..."

giovedì, febbraio 03, 2011

Mini Racconti: CANIDIA

La figura incappucciata siede silenziosamente sui resti di un’antica colonna.
La sua struttura scheletrica e la sua pallida pelle morta, testimoniano che non è viva. Però respira. I suoi lunghi capelli coprono parzialmente il volto come un sipario nero, poi, con un impercettibile scricchiolio la sua testa si volta nella tua direzione: affascinanti pozzi neri ti scrutano dentro.
Lentamente un sorriso intrigante affiora sulle labbra della donna. Quando si alza il mantello che la copre rivela un vestito rosso e, sotto di esso, un corpo elegante e seducente che ondeggia in modo primordiale mentre lei avanza verso di te, dimentichi chi sei e come ti chiami mentre avverti che sei nato per vivere quel momento. Solo per quello. Solo per lei.
La sua voce vellutata lecca le tue orecchie con parole maliziose.
"Sono la tua rovina. Vivo qui in attesa di nutrirmi degli spiriti dei morti e di coloro che stanno per diventarlo. Sono una cacciatrice di anime. E tu sarai mio. Avvicinati un pò, mostrami i tuoi occhi." Senti che quella voce ti lecca dolcemente l’anima.
"Chi... sei?" sussurri debolmente cercando di resistere alla seduzione. Di nuovo quel sorriso malizioso, punteggiato da denti insoliti, ti fa sbandare.
"Io sono Canidia." Sussurra mentre si sporge in avanti sfiorandoti il collo con le labbra turgide. Avverti il brivido che ruscella in basso verso l’inguine, senti il calore nascere dentro di te ma subito dopo congelarsi e morire risucchiato dolorosamente verso l’alto quando le zanne ti penetrano. La bocca distorta e insanguinata di Canidia urla frasi lontane: “Dell'opera mia fedeli testimoni, Notte e Luna, regina del silenzio, al tempo dei sacri misteri, ora, ora assistetemi e l'ira divina volgete sulle case ostili. Mentre le fiere si nascondono negli orridi, abbandonate a un dolce sonno, fate che i cani della Suburra latrino.”

venerdì, settembre 22, 2006

Racconti Brevi-Short Tales

LA CRAVATTA

(Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2004 - edizione 3)

Il mio tick è tornato.
Sì proprio quello che mi prende all'occhio destro che mi fa saltare la palpebra come un grillo impazzito. Colpa del lavoro.
Mi annoio, e poi per fare una cosa quanto tempo sprecato, per esempio, tutto quello che avevo chiesto era che mi allungassero la cordicella per accendere la lampada d’epoca.
Be', l’addetto mi ha risposto: "mi spiace, ma non facciamo questi accrocchi."
Lo guardai incredulo.
"Ho solo bisogno di una cordicella per accendere la luce..."
"Aaah, basta con queste storie. Non sono autorizzato. Non è un problema mio."
Così feci quello che qualsiasi persona normale avrebbe fatto... lo infilzai con la mia stilografica dritto in un occhio.
Un po' di sangue, ma nessun rumore. Lo shock lo aveva paralizzato. Comunque nascosi il suo corpo nei bagni delle donne.
Così cominciò la mia carriera. Chissà come si chiamava...
Feci una seconda richiesta per allungare la cordicella.
Arrivò un altro impiegato, fece tutte le domande giuste, ma mi diede tutte le risposte sbagliate. Si rifiutò.
Lo strangolai con il filo del mouse.
Poi notai la sua cravatta: era perfetta per allungare la corda della luce.

Racconti Brevi-Short Tales

DOWNLOADING
(Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2003 - edizione 2)

Ero nel letto come tutte le sere con il computer acceso e lo schermo spento. Con Winmx di notte scaricavo film illegalmente da tutto il mondo. L'unico inconveniente era stato abituarsi al rumore della ventola del processore. Era tardi dovevo alzarmi alle sei!
Il sonno non arrivava come sempre…Solo le lucette del pc brillavano nel buio, ma sapevo che la mia sedia era lì davanti alla scrivania.
"Alzati!" la voce mi giunse improvvisa.
Sbalordito spalancai gli occhi e accesi la luce.
La sedia era occupata.
Un signore di mezza età stava lavorando sul pc.
Mi balzò il cuore in gola.
Cosa ci faceva uno sconosciuto nella mia stanza?
Non mi degnava di uno sguardo.
Sembrava non temere nulla da me.
"Ehi, chi Diavolo sei?!" esclamai alzandomi dal letto impugnando il peso con cui mi allenavo.
Ma quello niente. Completamente indifferente continuava a ticchettare sulla tastiera posando gli occhiali da vista sul tavolo. La rabbia e la paura mi pervasero. Mi tremarono le gambe e strinsi il peso nella mano.
"Togliti di lì, bastardo!" urlavo a squarciagola.
Ma il signore di mezza età mi ignorò. Vidi l'orologio: le 4:50.
"Ehi!" ululai avventandomi su di lui "ti ammazzo!"
Cosa avrebbe fatto adesso? Doveva pur difendersi no? In quel momento vidi la porta che si spalancava: gli urli avevano svegliato i miei. Questo in parte mi rassicurò e rallentai prima di colpirlo. In quell'istante lo sconosciuto voltandosi mi guardò con i suoi occhi rossi, ammicando.
"Allora?" domandò mio padre sulla porta.
"Eh?" mi tirai su dal letto, il peso nella mano, il computer ronzava come al solito. Posai subito il peso e vidi la sedia rovesciata.
L'avevo colpita io?
"Un incubo?" chiese mio padre.
"Sì, tutto a posto" risposi.
Feci per spegnere la luce quando vidi gli occhiali vicino alla tastiera…