OSSA E TASTI
Sergio Calderón è un uomo ossessionato dalle ossa di balena. Nato e cresciuto a Valparaíso, ha trascorso l’infanzia sulle coste ventose del Cile, raccogliendo resti ossei portati dalla corrente fredda di Humboldt. Una costola sbiancata trovata da bambino lo ha segnato per sempre, facendogli sviluppare la convinzione che le ossa conservino una memoria primordiale dell’oceano, un’eco dell’abisso.
Ormai adulto Sergio è diventato un collezionista meticoloso, frequentatore di mercati d’antiquariato e vecchie botteghe marine, sempre alla ricerca di nuovi reperti. Una sera, in un negozio decrepito di Punta Arenas, vicino allo Stretto di Magellano, si imbatte in un oggetto straordinario: una curiosa macchina da scrivere i cui tasti sono stati intagliati in ossa di balena. Il negoziante, un anziano con la pelle coriacea dal vento salmastro, gli racconta che non ne sa molto, ma che appartenne a un enigmatico scrittore navale, scomparso senza lasciare traccia. Sergio non può resistere: la compra e la porta con sé nella sua casa affacciata sul Pacifico.
Non appena inizia a scrivere, la macchina rivela la sua vera natura. I tasti, invece di essere rigidi e lisci, sono stranamente elastici, quasi cartilaginei. Il suono che producono è umido, gorgogliante, come un sussurro emerso da una fossa oceanica. E poi, notte dopo notte, le lettere che batte sulla pagina assumono una qualità inquietante: parole sconosciute affiorano tra le righe, storie di creature dimenticate, di marinai inghiottiti da bocche enormi nel buio sottomarino.
Ossessionato, Sergio inizia a studiare i tasti sotto la luce tremolante della sua lampada a petrolio. La scoperta lo paralizza: non sono ossa di balena...

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